FATE? Di Manuela Acquafresca

 FATE?

-Aspetta ….ricominciamo-

Prese il foglio ancora  bianco che aveva appena appoggiato sul tavolo e iniziò a scrivere un elenco di nomi.

– nonna Elvira, bisnonna Vladimira, zia Gertrude, trisavola Claretta-

Elencandoli a voce alta Gelsomina attendeva una risposta. Da chi poi non lo capivo anche perché a parte lei e me e il gatto Oscar  in quella semibuia stanzetta non c’era proprio nessun altro.

-Non fare quella faccia da imbecille, sai bene che poco fa abbiamo sentito qualcuno aleggiare in questa stanza. E ora usando  i miei poteri  voglio capire di che spirito trapassato si tratti.-

Ma sarà proprio vero poi? Pensai cominciando a voler fuggire da lì. La mia amica  era impazzita? Il caldo di questa torrida estate forse le aveva prosciugato il cervello? Mah…di fatto in quel preciso istante mi resi finalmente conto che non ero l’unica ragazzina STRANA che girava da quelle parti.

-Ma dai UFFA! Smettila di fare quella faccia e ascolta anche tu, lo senti?-

-Che  cosa dovrei sentire ?-

-Questo aleggiare, questa specie di venticello che sibila dietro di noi-

-Io sinceramente comincio a preoccuparmi, sei sicura di star bene? Vuoi che vada a prenderti un bicchiere di aranciata? Così magari ti si rinfrescano le idee e la smetti di comportarti in questo strano modo.-

-Non mi dirai che hai paura vero? Lo sapevi da sempre che io sono una ragazzina dagli strani poteri . Non potevi non essertene accorta perché a quanto stranezza anche tu non sei poi  tanto normale . Se ben ricordo, cara Violetta, tu leggi solo libri che parlano di magia bianca e magia nera.-

-Oh senti ,adesso basta, mi stai facendo innervosire . Finiamola qui e andiamocene a fare un tuffo alla piscina comunale così magari ne riparliamo alla luce del sole.-

-No, non adesso, zitta, zitta, ecco guarda ,scettica che non sei altro-

Il foglio si sollevò dal tavolo e iniziò a volteggiare come avesse ali di farfalla….

Oooooh! Esclamai  ma ritornando razionale come sempre mi voltai e vidi le pale del ventilatore dietro di noi che vorticavano più velocemente del solito.

-Sei una stupida, volevi farmi credere che qui ci fosse uno spirito vero , un fantasma di chissà chi e invece hai bleffato aumentando   la potenza del ventilatore.-

E mi alzai dalla sedia che…….

iniziò  pericolosamente a sbattere  da una parete all’atra della stanza.

-Ora mi credi? Pensi che abbia qualche telecomando anche per azionare la sedia?-

Urlò Gelsomina, mentre Oscar si nascondeva miagolando fra gli antichi volumi della libreria.

-Sai tempo fa  mi è stato raccontato qualche episodio sulle mie antenate, ma sempre in modo molto misterioso.-

-Ad esempio?- chiesi, mentre la sedia ritornava al suo posto.

-Mia madre mi ha raccontato che tutte le donne della mia famiglia hanno sempre  avuto strani poteri. Insomma  erano  magiche, potevano essere anche delle FATE per quanto ne so.-

Dopo quella stravagante ma sincera spiegazione mi feci più attenta cercando di acuire il più possibile l’udito e la vista per riuscire a capire cosa stesse veramente accadendo in quella stanzetta.

-Quindi mi stai dicendo che anche tu potresti fare le magie o addirittura parlare con gli spiriti o ancora peggio essere una FATA?- Domandai cercando  di stare il più calma possibile.

Gelsomina iniziò a raccontare la storia delle sue antenate, le loro prodezze ,le loro magie, il loro sentire, il loro potere. Fu come se una nebbia si stesse diradando: ascoltai tutto con attenzione  , iniziavo a vederci più chiaro . Dunque io ero la prima e l’unica a scoprire la verità . -Che storia straordinaria! Ma tu non ti eri mai accorta di niente prima che tua madre ti raccontasse tutto questo?-

-Sì a volte sentivo delle voci ma pensavo fosse solo la mia inguaribile  fantasia .Altre volte  volevo accadesse qualcosa e quella cosa accadeva subito dopo ma anche in quel caso pensavo fosse solo questione di coincidenze. Poi quando gli episodi  si sono amplificati e mi sono accorta che parlavo con qualcuno che non c’era e che questo essere invisibile mi rispondeva, ecco allora mi sono spaventata a morte.  Proprio come te oggi e mi sono rivolta alla mamma per chiederle aiuto.-

-Quindi tu sei una FATA?-

Aspettando la sua risposta avevo il cuore che mi batteva all’impazzata e le mani sudate.

Avere per amica una vera FATA non è una  cosa che capita tutti i giorni.

 

 

 

 

 

 

 

 

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